Il 12 luglio u.s. l’assemblea dei soci del Gse (Gestore dei servizi energetici) – che amministra 16 Miliardi di Euro all’anno di incentivi alle rinnovabili e all’efficienza energetica col ruolo cruciale del futuro energetico italiano – avrebbe dovuto fare i nomi del nuovo management. Ma grazie ai veti politici imposti dal “Governo del Cambiamento”, l’assemblea è stata aggiornata al 26 luglio.

Voglia di lottizzazione ? (pare, sembra, dicono). La conferma verrebbe dai numerosi Consigli di Amministrazione scaduti e non ancora rinnovati (le pagine dei giornali di questi giorni sono piene di notizie sul toto-nomine, degno della prima e seconda Repubblica).

Il nuovo Governo dovrebbe (così come promesso in campagna elettorale), fare del Cambiamento la propria fonte di legittimazione.

Eppure leggiamo che il Governo si trincera dietro le frasi:

“Ci stiamo riflettendo”;

“C’è da lavorare”;

“Stiamo cercando i MIGLIORI”;

ONESTA’ e COMPETENZE le nostre stelle polari”

“Tutto ciò dovrà avvenire nella massima TRASPARENZA, evitando logiche politiche spartitorie che possano promuovere manager appartenenti a circoli di potere;

“Abbiamo sempre privilegiato l’onesta e la trasparenza, il MERITO e le COMPETENZE ed è quello che continueremo a fare, poiché è in gioco lo sviluppo dell’Italia e il nostro futuro”

Noi imprese operatori del mercato della Green Economy, che speriamo in un cambio di passo in favore del clima, dell’ambiente e degli investimenti sostenibili; assistiamo impotenti alla “danza delle nomine”. L’incertezza per noi che investiamo, rimane elevata.

Vogliamo ricordare “a lor Signori” che nella direttiva n. 14656, sui criteri di nomina dei vertici delle società pubbliche (che alleghiamo), emanata il 24 giugno 2013, si definivano quali i requisiti che deve possedere un candidato per essere eletto ai vertici di una società pubblica:

  • Esperienza pregressa per un periodo congruo in incarichi di analoga responsabilità, ovvero in ruoli dirigenziali apicali nel settore pubblico o privato.
  • Conduzione di aziende nel settore industriale di riferimento.
  • Conduzione di aziende comparabili per dimensione o complessità.
  • Autorevolezza adeguata all’incarico, verificabile sulla base della reputazione, dei risultati conseguiti nei ruoli apicali in precedenza ricoperti nel settore pubblico o privato e della riconoscibilità nei mercati di riferimento.

Criteri sacrosanti, regole del buon senso, quali la: preparazione, professionalità, esperienza nel settore, ecc..

Il potere di ruolo va attribuito a chi ha le competenze adeguate, va delegato ad una persona in quanto ha un potenziale o manifesta capacità professionali congruenti con le esigenze del compito e del contesto (ed anche perché sa esercitare una funzione di guida, sa essere un punto di riferimento, ovvero UN LEADER). E’ la persona che accetta di assumere e svolgere un ruolo di potere sa di essere ritenuta capace ed affidabile da parte dell’autorità che la ha nominata per tale ruolo.

Ma dai rumors che circolano sul toto-nomine, la nostra speranza in un cambio di passo, viene meno.

Direttiva n. 14656 del 24 giugno 2013

 

Saluti dal Team di JPE2010

Scritto da Antonio Vrenna