La bozza di decreto messa a punto dal Ministero dello Sviluppo economico, in concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero  delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Ambiente era stato previsto già nell’ultima legge di Bilancio (legge 205/2017) con l’obiettivo di riscrivere interamente le regole di riferimento delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, ritoccando le specifiche tecniche e i massimali di costo di tutti gli interventi. “Questi requisiti – spiega la relazione illustrativa – sono stati definiti con decreti del Mef risalenti al 2007 e al 2008”.

Limiti allineati al mercato per alcune tipologie di interventi. Mentre, in altri casi, i tetti sono decisamente bassi. Con un effetto che rischia di penalizzare imprese e cittadini. La bozza di decreto del ministero dello Sviluppo economico che ritocca i parametri di riferimento degli sconti fiscali per la riqualificazione energetica è destinata a cambiare notevolmente l’ecobonus.

Il decreto introduce massimali unitari di spesa per ogni singola tipologia di intervento. In sostanza, con il nuovo decreto i cittadini dovranno rispettare due tetti: uno globale per le spese complessive e il secondo per valori unitari, parametrato al metro quadrato o al kW, a seconda delle situazioni.

Se la bozza sarà confermata nella versione finale, i massimali unitari saranno nr. 28. Nella maggior parte dei casi si ragionerà al metro quadrato: riqualificazione energetica, infissi, schermature solari, isolamento di pavimenti e pareti. In qualche altro si ragionerà, invece, con i kW: caldaie, pompe di calore, generatori di calore a biomasse.

L’introduzione di massimali unitari, parametrati al metro quadrato o al kilowatt, punta a rendere più trasparente il sistema: con prezzi vicini ai valori di mercato sarà, infatti, più difficile portare in detrazione lavorazioni che non dovrebbero rientrare nel perimetro dell’efficientamento energetico. Anche perché Enea, con il nuovo assetto, potrà effettuare controlli a campione sugli interventi. Il problema, però, è che in alcune situazioni questi valori sono troppo bassi, secondo i calcoli dei produttori. Così, c’è il rischio di far perdere a imprese e cittadini molti euro di potenziali detrazioni.

In particolare il caso che, meglio di tutti, racconta la situazione è quello degli infissi. Per l’acquisto e la posa in opera di un prodotto in zona climatica C, ad esempio in Campania, la stima delle imprese della filiera è che serva una cifra che si aggira intorno agli 800 euro al metro quadrato, considerando serramento, installazione, costo di avvolgibile, controtelaio, cassone e assistenza muraria. In zone climatiche mediamente più fredde si sale, fino a sfiorare i mille euro. Di questo costo sarà possibile recuperare solo una parte piuttosto piccola: 350 euro al metro quadrato. Quindi, un risultato finale di 175 euro di detrazione contro gli attuali 400, in assenza di massimali unitari. Con una perdita secca di oltre il 50% dello sconto fiscale. Uno scenario che si verificherà, molto simile, anche per l’installazione di un sistema di domotica, con il limite massimo di 25 euro al metro quadro, sotto la media di mercato di circa 80 euro. Le nuove tabelle – va detto – non hanno però sempre effetti di questo tipo. Basta guardare alle caldaie a condensazione. Per un impianto medio, da circa 26 kW, sarà possibile spendere 6.500 euro. Un valore allineato al mercato.

Ma le novità del testo non si limitano ai massimali. In base alle nuove regole il bonifico, necessario per usufruire della detrazione Irpef, non dovrà infatti contenere solo la causale del versamento, costituita dalla norma agevolativa (ad esempio, «detrazione del 65%, ai sensi dell’articolo 1, commi 344-347, legge 27 dicembre 2006, n. 296»), il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico viene effettuato, ma dovrà contenere anche «il numero e la data della fattura» che viene pagata. Questo nuovo obbligo dovrà essere seguito per tutti gli interventi che saranno avviati dal novantesimo giorno successivo alla pubblicazione del provvedimento.

Relativamente ai massimali di spesa, oltre all’introduzione, per ogni singola tipologia di intervento, di massimali unitari, si segnala la riduzione da 120.000 euro a 30.000 euro del costo massimo, detraibile al 50%, per l’acquisto e la posa in opera di schermature solari (nuova detrazione massima di 15.000 euro), oltre all’introduzione di un limite di spesa di 23.076,92 (detrazione massima del 65% di 15.000 euro) per i dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti, i quali oggi non sono soggetti ad alcun limite.

Attualmente, se nella stessa unità immobiliare vengono effettuati sia interventi sulle strutture opache verticali (pareti isolanti o cappotti) e orizzontali (coperture e pavimenti), sia lavori che sostituzione delle finestre comprensive di infissi, il limite di detrazione massima agevolabile è di 60mila euro. Il decreto del MiSe, invece, fa rientrare in questo limite complessivo anche le schermature solari.

Fonte: MiSe; Il Sole24Ore del 20 luglio 2018

Saluti dal Team di JPE2010

 

Scritto da Antonio Vrenna